Analisi di scenario

L’analisi di scenario consente, come la composizione dei pezzi di un puzzle, di far emergere un’immagine che altrimenti rimarebbe celata. I tre pilastri dell’analisi di scenario sono: la Macroeconomia, la Geopolitica, la Tecnologia. L’immagine di scenario che emerge consente di assumere delle decisioni di natura strategica con maggiore consapevolezza e visione.

MACROECONOMIA:
Il “Liberation Day” (2 aprile scorso) era atteso dagli operatori economici e dai mercati finanziari come il momento della verità. Il presidente statunitense Donald Trump, in una cerimonia alla White House alla presenza di tutta la sua Amministrazione, ha annunciato l’applicazione di dazi reciproci alla gran parte dei Paesi del mondo. La formula utilizzata per il calcolo dei dazi, a dir poco naif, ha palesato il vero obbiettivo dei dazi: forzare i partner commerciali ad un negoziato diretto con gli Stati Uniti. Come sottolineato dal noto finanziere Ray Dalio, è necessario comprendere che i dazi sono un mezzo, per raggiungere un obbiettivo più rilevante: ridisegnare il sistema economico e finanziario, in modo da ridurre gli insostenibili squilibri che le regole attuali hanno contribuito a generare. Lo si intende fare con il Piano Miran, pubblicato in documento del novembre dello scorso anno da Stephen Miran, responsabile dello staff dei consiglieri economici di Trump. Gli elementi cruciali del Piano sono sinteticamente tre: i) la dominanza fiscale sulla politica monetaria (cioè l’assoggettamento della Federal Reserve ai desiderata del Tesoro USA) ii) l’imposizione ai Paesi partner commerciali di sottoscrivere una parte del debito federale USA attraverso dei Matusalem bond (titoli del Tesoro USA a cento anni) iii) la definizione di un Accordo a Mar a-Lago per la svalutazione del dollaro statunitense contro le principali valute globali (sulla scorta di quanto avvenuto nel 1985 con l’Accordo del Plaza). Il senso di un Piano così rivoluzionario, e dell’urgenza della sua messa in atto, va ricercato nella disastrosa situazione dei conti pubblici USA: l’enormità del debito federale è resa sempre meno sostenibile dall’accelerazione degli interessi sullo stesso, che nel 2024 hanno superato la soglia di 1 trilione all’anno. Da qui emerge la necessità di includere il debito USA nelle negoziazioni bilaterali dell’Amministrazione Trump, favorite dall’avvenuta sospensione per 90 giorni dei dazi decisi il 2 aprile verso tutti i Paesi, fatta eccezione per la Cina. L’escalation di dazi e conto-dazi tra Washington e Pechino, palesa che il fattore cruciale per la riuscita di qualsiasi piano strategico americano, non potrà che essere un accordo con la Cina. Mentre le rispettive diplomazie, sottotraccia, sono al lavoro, gli impatti della trade war USA-Cina iniziano a farsi sentire nel commercio marittimo. Se da un lato l’enorme danno economico per entrambi i players non potrà che favorire una minore intransigenza delle reciproche posizioni, dall’altro emerge con sempre maggiore evidenza che la sfida tra le due superpotenze rimarrà nello scenario, con ripercussioni destinate a lasciare il segno su economia e commercio mondiale. Il World Economic Outlook primaverile (pubblicato ad aprile) del FMI ha indicato una significativa frenata dell’economia globale: la crescita del PIL è prevista nel 2025 al +2.8% (rispetto al +3.3% del 2024) ed i più colpiti sono proprio Cina (PIL previsto in crescita del 4% rispetto al 5% del 2024) e gli USA (PIL previsto in crescita dell’1,8% rispetto al +2,8% del 2024). I mercati finanziari nel mese di aprile hanno subito un significativo sell-off, concentrato in particolar modo sugli asset statunitensi (equity, Treasury, dollaro) che ha favorito un riposizionamento sugli asset europei (in particolare su Bund ed euro). Potrebbe però trattarsi di un movimento più tattico che strategico, in quanto le problematiche del Vecchio Continente si mantengono di natura strutturale e l’apprezzamento dell’euro rappresenta un ulteriore problema per le imprese esportatrici, che si aggiunge al tema tariffario.

GEOPOLITICA:
La multinazionale americana Apple starebbe progettando di trasferire in India l’assemblaggio di tutti gli iPhone destinati al mercato statunitense, con lo spostamento di produzione che dovrebbe avvenire già nel corso del 2026.  Ciò avviene nel contesto di un tentativo generalizzato di molte altre aziende americane di ridurre la propria dipendenza dalla base produttiva in Cina, sia per fronteggiare la guerra commerciale di Donald Trump, sia per diminuire la concentrazione produttiva in un Paese ormai identificato come nemico dagli Stati Uniti. Una traiettoria che segue dettami sempre più geopolitici (affrontare la competizione Cina-USA) anziché prettamente economico-commerciali. E sempre la geopolitica potrebbe mettere in dubbio questa stessa strategia di decoupling dalla Cina: nell’ultima settimana di aprile, le truppe indiane e pakistane hanno scambiato colpi d’arma da fuoco attraverso l’instabile frontiera del Kashmir, alimentando un clima di crescente tensione dopo un attacco che ha ucciso 26 persone nella parte indiana della regione. L’India ha inoltre minacciato la sospensione di un importante trattato che regola la condivisione dell’acqua di sei fiumi del bacino dell’Indo tra i due Paesi. Pur essendo quindi stati i dazi annunciati nel “Liberation Day” dal Presidente Trump i protagonisti indiscussi dell’ultimo mese, il mondo non è rimasto di certo immobile. La Cina ha subito reagito all’inasprimento dei dazi da parte degli Stati Uniti portando il confronto commerciale ad un livello strategico. Tra le contromisure adottate ci sono state la sospensione di contratti rilevanti, come quelli con Boeing, ed il blocco delle importazioni di gas naturale liquefatto americano. Tuttavia, il vero terreno su cui Pechino sembra intenzionata a giocare la partita strategica è quello delle terre rare e dei metalli critici. Controllando gran parte delle fasi di raffinazione e trasformazione di queste risorse fondamentali per le tecnologie civili e militari più avanzate, la Cina ha tra le mani una leva potente per mettere sotto pressione le filiere industriali statunitensi e non solo. Un segnale chiaro della preoccupazione americana per queste mosse è arrivato dal dossier ucraino: mentre il tavolo di negoziazione tra Kiev e Mosca vacillava, gli Stati Uniti hanno accelerato le trattative per siglare un memorandum minerario con l’Ucraina con l’obbiettivo di diversificare le fonti di approvvigionamento ed evitare che rivali geopolitici si inseriscano in settori strategici. Una logica di contenimento e prevenzione che ricorda l’interesse mostrato dall’amministrazione Trump verso le risorse naturali e la posizione stessa della Groenlandia, la quale, per ora, è uscita dai riflettori dell’attenzione mediatica. Ma la recente esplosione mortale avvenuta nel porto iraniano di Bandar Abbas, sullo stretto marittimo di Hormuz, cruciale via marittima globale, ricorda che potrebbe essere fatale dimenticarsi del ruolo strategico della geografia in un mondo che sta ormai entrando in una stagione di ridefinizione degli equilibri globali.

TECNOLOGIA:

All’inizio del 2025, il panorama dell’intelligenza artificiale (A.I.)ha assistito a un’accelerazione significativa nello sviluppo di chip neuromorfici, segnando un punto di svolta nella corsa all’efficienza energetica e alla scalabilità dell’A.I. A marzo 2025, il consorzio europeo SpiNNcloud Systems ha presentato SpiNNaker2, un supercomputer neuromorfico sviluppato presso la Technische Universität Dresden. Progettato per simulare reti neurali spiking in tempo reale, SpiNNaker2 rappresenta un’evoluzione significativa rispetto al suo predecessore, SpiNNaker1. Con una capacità di elaborazione di oltre 1 miliardo di neuroni artificiali, il sistema offre un’efficienza energetica fino a 18 volte superiore rispetto alle GPU tradizionali, rendendolo ideale per sistemi di A.I. ibridi. Il lancio di SpiNNaker2 si inserisce in un contesto globale in cui la domanda di soluzioni A.I. efficienti e sostenibili è in crescita. Mentre aziende come Intel e IBM continuano a investire in architetture neuromorfiche, l’Europa si posiziona come leader nella ricerca e nello sviluppo di queste tecnologie, promuovendo l’autonomia strategica nel settore dell’A.I. Se l’Europa avanza nel campo dell’elaborazione neuromorfica, Stati Uniti e Cina intensificano i loro sforzi per mantenere la leadership tecnologica globale. L’emergere di tecnologie neuromorfiche pone sfide significative per aziende come Nvidia, leader nel mercato delle GPU. L’adozione crescente di chip neuromorfici, che offrono prestazioni comparabili a costi e consumi energetici inferiori, potrebbe ridurre la domanda di GPU tradizionali. Inoltre, le tensioni geopolitiche e le restrizioni commerciali, come quelle imposte dagli Stati Uniti alla Cina, potrebbero accelerare lo sviluppo di soluzioni alternative, minando ulteriormente la posizione dominante di Nvidia. L’Europa, con iniziative come SpiNNaker2, ha l’opportunità di rafforzare la propria posizione nel panorama tecnologico globale. Tuttavia, la crescente domanda energetica associata all’espansione dell’A.I. rappresenta una sfida significativa: i data centers europei stanno consumando quantità di energia comparabili a quelle di interi Paesi, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità a lungo termine. L’adozione di tecnologie neuromorfiche potrebbe rappresentare una svolta verso un’A.I. più sostenibile ed efficiente. Con la capacità di elaborare informazioni in modo simile al cervello umano, questi sistemi offrono vantaggi significativi in termini di consumo energetico e prestazioni. Tuttavia, la transizione richiederà investimenti continui in ricerca e sviluppo, nonché una collaborazione internazionale – tutt’altro che scontata – per affrontare le sfide energetiche e infrastrutturali.

SINTESI DI SCENARIO: Il 2025 si apre con una nuova fase di ridefinizione sistemica, in cui economia, geopolitica e tecnologia convergono in un equilibrio sempre più instabile. Gli Stati Uniti scatenano dazi reciproci con la strategia del “Liberation Day”, non solo per proteggere il commercio, ma per forzare una rinegoziazione sistemica del debito globale e dell’architettura valutaria, come previsto dal Piano Miran. Con interessi sul debito superiori a 1 trilione di dollari annui, lo squilibrio fiscale americano diventa una leva geopolitica. La Cina risponde armando il controllo sulle terre rare e sospendendo contratti strategici, mentre le aziende USA spostano la produzione in India, mossa resa fragile dalle nuove tensioni indo-pakistane. L’Europa, nel mezzo, tenta l’autonomia con un’espansione fiscale massiccia ed innovazione A.I. Il lancio di SpiNNaker2, supercomputer neuromorfico 18 volte più efficiente delle GPU, mostra l’intenzione di guidare un’A.I. sostenibile, ma con i data center già al limite delle reti elettriche, l’energia diventa il nuovo vincolo alla sovranità tecnologica. In questo ordine frammentato, il potere andrà a chi saprà integrare leva monetaria, resilienza geopolitica e controllo tecnologico dei sistemi critici.

05/05/2025

Articoli correlati

Analisi di scenario

02.04.2025 – L’analisi di scenario consente, come la composizione dei pezzi di un puzzle, di far emergere un’immagine che altrimenti rimarebbe celata. I tre pilastri dell’analisi di scenario sono: la Macroeconomia, la Geopolitica, la Tecnologia. L’immagine di scenario che emerge consente di assumere delle decisioni di natura strategica con maggiore consapevolezza e visione.
MACROECONOMIA:
Ad inizio marzo la Commissione Europea ha presentato il Piano ReArm EU per la Difesa del Vecchio Continente. Si tratta di investimenti nel riarmo per un ammontare di circa 800 miliardi euro in quattro anni, dei quali 150 miliardi euro di natura europea (debito comune attraverso lo strumento SAFE – Security Action For Europe). Gli altri 650 miliardi euro dovranno essere risorse di natura nazionale, utilizzabili grazie all’attivazione della clausola di salvaguardia (già usata per le spese pandemiche), che consente ai Paesi l’esclusione della spesa – per gli obbiettivi previsti dal Piano – dal calcolo del deficit per il rispetto delle regole del Fiscal Compact. Il lancio del Piano (ridenominato Readiness 2030) è stato inizialmente accompagnato da ……

Leggi tutto

Armi e investimenti

Negli ultimi mesi, l’Unione Europea ha compiuto passi decisivi verso un rafforzamento della propria capacità di difesa, spinta da una crescente instabilità geopolitica e dalla necessità di garantire maggiore autonomia strategica. Il punto di svolta è arrivato a marzo 2025, quando i leader dei 27 Stati membri hanno raggiunto un accordo storico per….

Leggi tutto
Contattaci

Facciamo della trasparenza il nostro punto di forza

Saremo lieti di rispondere a tutte le tue domande e di aiutarti a stabilire quali sono i servizi più adatti alle tue esigenze.

Su cosa puoi contare con noi:
Quali sono i prossimi passaggi?
1

Scegliamo un data
per un colloquio

2

Valutiamo insieme a te la soluzione migliore

3

Prepariamo una
proposta per te

Hai domande su qualche servizio? Scrivici!