Analisi di scenario

L’analisi di scenario consente, come la composizione dei pezzi di un puzzle, di far emergere un’immagine che altrimenti rimarebbe celata. I tre pilastri dell’analisi di scenario sono: la Macroeconomia, la Geopolitica, la Tecnologia. L’immagine di scenario che emerge consente di assumere delle decisioni di natura strategica con maggiore consapevolezza e visione.

MACROECONOMIA:

Nella riunione del 6 giugno la Banca Centrale Europea (BCE) ha confermato le attese del mercato finanziario (taglio dei tassi di 25 basis points), ma nel contempo ha scritto una nuova “pagina della storia monetaria”. Il taglio dei tassi è infatti avvenuto mentre lo stesso ufficio studi di Francoforte rivedeva a rialzo le stime di inflazione per il 2024 (rispetto a quelle diramate nel mese di marzo): +2.5% (da +2.3%) e +2.8% per la core inflation (da +2.6%). Di fatto, pur senza ammetterlo formalmente, la BCE ha pertanto accettato una condizione di inflazione strutturalmente più elevata del 2% annuo (il ritorno al target è stato indicato per il 2026!). Di fronte alla stagnazione economica dell’Eurozona, aggravata dalle condizioni economiche tedesche, dove l’indice IFO (business climate) è sceso nel mese di giugno, sorprendendo in negativo le attese, la BCE ha dovuto prendere atto di un rischio crescente: quello stagflazionistico (mix tra “stagnazione della domanda ed inflazione da offerta”). I risultati delle elezioni europee hanno inoltre riacceso i temi economico-finanziari nell’Unione. Sa da un lato l’apertura della procedura di inflazione era largamente attesa (quindi scontata dai mercati finanziari) per sette Paesi (tra cui Italia e Francia), non lo era l’esito delle elezioni in Francia, dove la vittoria del Rassemblement National di Marine Le Pen ha portato il presidente Macron alla decisione di sciogliere il parlamento, chiamando i francesi nuovamente alle urne. Ciò ha determinato l’apertura dello Spread OAT-Bund nella direzione dei 100 basis points, a conferma che Parigi – pur avendo beneficiato per anni del privilegio di essere ritenuta simile a Berlino in termini di finanza pubblica– non lo è affatto, in quanto i suoi parametri (deficit e debito pubblico) sono per lo più analoghi a quelli dei Paesi mediterranei. L’allargamento dello Spread ha coinvolto anche il BTP-Bund, perché gli operatori finanziari sono consapevoli della debolezza strutturale delle finanze pubbliche di Roma, e quindi della loro stretta dipendenza dalle decisioni assunte ai vertici europei, non solo di Bruxelles e Strasburgo – dove è riaffiorato il tema dell’ESM European Stability Mechanism, ma anche di Francoforte, dove è riemerso quello del TPI Transmission Protection Instrument.

GEOPOLITICA:

Medio Oriente e Mar Cinese Meridionale fanno a gara per il primato di epicentro delle instabilità geopolitiche mondiali. Nel primo quadrante, i funzionari israeliani hanno di recente comunicato agli Stati Uniti l’intenzione di condurre un’offensiva contro Hezbollah, milizia del Libano con cui Israele si scambia colpi di artiglieria e attacchi mirati dall’inizio del conflitto contro Hamas. L’apertura di un secondo fronte, mentre l’operazione a Gaza è ben lontana dal poter dirsi conclusa con successo (l’obbiettivo dichiarato del presidente Netanyahu è la distruzione di Hamas, che a sua volta ha dichiarato di puntare alla distruzione di Israele sottolineando che non ci sarà alcun accordo senza il ritiro dell’occupazione dall’enclave palestinese), aumenterebbe il rischio di un coinvolgimento di Stati Uniti ed alleati in un quadrante in cui Washington avrebbe già voluto sganciarsi da tempo. Le tensioni tra Israele e il gruppo palestinese continuano a riverberarsi anche sui mercati internazionali, dove i prezzi del trasporto marittimo si mantengono elevati a causa delle azioni degli Houthi yemeniti (lo Shanghai Containerized Freight Index è aumentato di oltre il 50% nel solo mese di maggio!). I miliziani hanno preso di mira più di 60 navi con il lancio di missili e droni che stanno limitando il commercio globale in transito nel Canale di Suez. Nel frattempo, dall’altra parte del mondo, la Cina ha sequestrato due gommoni della Marina filippina dopo una collisione tra un naviglio cinese e filippino. Nell’episodio sono intervenuti anche gli Stati Uniti che hanno confermato il loro impegno a difesa delle Filippine dopo che negli ultimi mesi le relazioni tra Pechino e Manila sono state costellate da numerosi incidenti in un bacino dove passa il 60% del commercio marittimo globale. Pechino lo rivendica quasi interamente sulla base della cosiddetta “linea dei nove tratti”, ma alle rivendicazioni cinesi si oppongono Taiwan, Malesia, Indonesia, Brunei, Filippine e Vietnam. Proprio in quest’ultimo Paese, a cui la Russia fornisce armi da decenni, Vladimir Putin ha fatto visita dopo aver firmato un accordo di difesa con la Corea del Nord. Uno scacchiere, quindi, sempre più intricato e dagli equilibri delicati, che si intreccia con le dinamiche del conflitto in Ucraina, dove i ministri della Difesa russo e americano sono tornati (fortunatamente!) a parlarsi dopo oltre un anno.

TECNOLOGIA:

La Cina è un gigante tecnologico che sta mettendo a rischio le quote di mercato di ogni altro Paese. Per tutti gli smartphone conosciuti e utilizzati, la quota di mercato di quelli cinesi è passata dal 40% del 2017 al 50% del 2022, con un’ulteriore crescita nel 2023. I recenti dati sulle spedizioni del settore mostrano che otto dei primi dieci produttori di smartphone per volume sono ora cinesi, tra cui Xiaomi, Vivo, Oppo, Huawei e Transsion. Questi giganti nazionali stanno compiendo notevoli progressi, soprattutto nei mercati emergenti. Transsion, un marchio meno noto ai consumatori occidentali, si è ampiamente espanso in Africa, Medio Oriente e Asia meridionale, raggiungendo un aumento del 39% su base annua delle consegne nel 2023. Ciò mette a rischio aziende e posti di lavoro in molte nazioni. Per affrontare le pratiche commerciali sleali della Cina, il presidente americano Biden ha ordinato al suo rappresentante per il commercio di aumentare le tariffe sulle importazioni cinesi per un valore di 18 miliardi dollari (ai sensi della sezione 301 del Trade Act del 1974), con l’obiettivo di proteggere i lavoratori e le imprese americane. Gli impatti dell’introduzione dei dazi sono controversi, con implicazioni negative per gli stessi consumatori ed imprese americane. Ma non si tratta dell’unico rischio. Un sondaggio di Statista del giugno 2023 ha rilevato che circa il 20% degli utenti di Internet in Cina ha subito frodi online. Ciò evidenzia il problema diffuso delle minacce alla sicurezza online e della necessità di misure più stringenti per proteggere dalle frodi. La Cina punta all’autosufficienza nei settori chiave per ridurre la dipendenza dalla tecnologia straniera. Pur essendo entusiasta dell’intelligenza artificiale, essa dà comunque priorità al controllo, per gestire i rischi e garantire la stabilità. Le iniziative governative e le dinamiche di mercato interagiscono per plasmare il panorama tecnologico, influenzando sia l’innovazione che la regolamentazione, mentre la Cina persegue la leadership tecnologica globale. Il piano economico della Cina per il 2024, presentato dal premier Li Qiang all’Assemblea nazionale del Popolo, delinea modesti aumenti complessivi della spesa e un aumento del 7.2% dei finanziamenti militari. Il paese sostiene la ricerca e le industrie per le innovazioni nelle tecnologie chiave, compresi i microchip per computer. Quindi i movimenti e le azioni che devono essere intrapresi da altri Paesi non potranno che considerare la ferma volontà cinese di perseguire la leadership globale nella tecnologia.

SINTESI DI SCENARIO:

L’immagine che caratterizza meglio lo stato dello scenario globale è quella della “rana bollita”. Il principio dietro questa straordinaria figura metaforica è quello che descrive la capacità dell’essere umano di adattarsi a situazioni spiacevoli e deleterie senza reagire, se non quando ormai è troppo tardi (!). Lo scenario globale, come evidenziato, è caratterizzato da una serie di sfide interconnesse che nella loro evoluzione ricordano molto una condizione in cui, pur continuando ad aumentare la temperatura del sistema (inflazione, tensioni geopolitiche e scontri tecnologici), non sembrano esserci forze o attori in grado di arrestarne il trend sempre più “bollente”. La BCE ha tagliato i tassi di interesse mentre prevede un aumento dell’inflazione per il 2024, quasi come a voler far abituare gradualmente all’idea di un’inflazione strutturalmente superiore al 2%; le tensioni sono in aumento in Medio Oriente, con il conflitto in corso tra Israele e Hamas e la minaccia di un’offensiva contro Hezbollah, ma anche nel Mar Cinese Meridionale dove l’aumento degli scontri diretti delle marine locali riscalda ancora di più la temperatura della regione; nel frattempo, la Cina rappresenta una minaccia tecnologia crescente per le aziende occidentali oltre che uno sfidante sempre più preoccupante per Washington. Nonostante la “rana” stia passando velocemente dal tepore alla fase di ebollizione, le opportunità di investimento si moltiplicano, seguendo i diversi fronti e sviluppi di ciascuna delle tre macroaree. Le crisi, in fondo, come diceva l’economista Schumpeter sono necessarie per il rinnovamento sociale ed economico.

02/07/2024

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