Analisi di scenario

L’analisi di scenario consente, come la composizione dei pezzi di un puzzle, di far emergere un’immagine che altrimenti rimarebbe celata. I tre pilastri dell’analisi di scenario sono: la Macroeconomia, la Geopolitica, la Tecnologia. L’immagine di scenario che emerge consente di assumere delle decisioni di natura strategica con maggiore consapevolezza e visione.

MACREOCONOMIA: A metà febbraio la Commissione Europea ha tagliato le stime di crescita a causa sia delle tensioni globali che del perdurare dell’inflazione al di sopra del 2% I due temi sono strettamente collegati, in quanto l’Eurozona ha subito un’inflazione tipicamente “da offerta” nel biennio 2021-22, su cui ha pesato il prezzo del gas ed i suoi impatti su energia e chimica. Il tema inflativo è centrale anche negli USA perché, nonostante la discesa del tasso inflativo (disinflazione), il carovita permane “appiccicoso”. Nonostante la situazione economica al di là dell’Atlantico risulti decisamente migliore, il rallentamento è generalizzato. Ciò mette le Banche Centrali davanti ad un bivio: da un lato mantenere i tassi elevati (higher for longer) ma correndo il rischio di accentuare il rallentamento o generare una recessione. Dall’altro tagliare i tassi, ma senza prima aver raggiunto l’obbiettivo di riportare l’inflazione sotto controllo. Il dilemma si scioglie davanti alla constatazione che l’inflazione non fa solo “parte del problema”, bensì anche “della soluzione all’enorme problema del debito”, in crescita esponenziale in tutto il mondo. Come faranno gli USA a ripagare il proprio debito, salito sopra i 34 trilioni dollari, e che costa – solo di oneri finanziari – oltre 1 trilione all’anno alle casse Federali? La risposta è: attraverso l’inflazione! Ma a condizione che i tassi reali siano negativi, cioè che i tassi nominali scendano sotto l’inflazione (repressione finanziaria). Le Banche Centrali non possono essere inconsapevoli di ciò né tanto meno non considerare la rilevanza della questione, come dimostrano le affermazioni del Governatore della Bank of England.

GEOPOLITICA: Durante la conferenza per il sostegno all’Ucraina a Parigi di fine febbraio, il Presidente francese Macron ha prospettato l’idea che diversi Paesi NATO possano mandare truppe sul campo in Ucraina contro l’esercito russo. Si tratterebbe di un quadro davvero preoccupante per le sorti del continente europeo che verrebbe coinvolto in un conflitto che lo troverebbe decisamente impreparato. I Paesi europei, infatti, non sono riusciti a fornire all’Ucraina il quantitativo di proiettili promesso all’Ucraina lo scorso anno, palesando le difficoltà logistiche e produttive dell’industria della Difesa europea, trascurata a lungo nei decenni pre-pandemici. Quindi, indagando lo scenario, bisogna andare oltre la notizia e “leggere tra le righe”. Macron non vuole davvero uno scontro diretto con la Russia, ma ha come obbiettivo quello di far mantenere alla Francia lo status di prima potenza militare europea, ergendosi ad alfiere della lotta di Kiev contro l’invasore russo. Soprattutto in un momento in cui in Europa si parla sempre di più della costruzione di un esercito europeo. Parigi, in questo caso, candiderebbe la propria leadership per il comando di questa formazione. Perciò, nessuna guerra tra Russia ed Europa in vista, al momento! L’episodio, però, sottolinea come all’Europa continui a mancare una strategia davvero comunitaria per dotarsi di un esercito comune. Le recenti dichiarazioni dell’ex Presidente americano (ed ormai quasi sicuro candidato per il GOP alle elezioni di novembre) Trump, secondo cui gli americani non proteggeranno gli alleati NATO che spendono meno del 2% del PIL in Difesa, rendono sempre più urgente la questione. Per riempire lo spazio lasciato dal ritiro degli americani nel conflitto con Mosca (concentrati sempre di più nella sfida strategica contro la Cina) l’Europa dovrà fare molto di più che aumentare la spesa per la Difesa. Dovrà riconsiderare le implicazioni politiche di un’organizzazione militare vincolata alla rinuncia ad una parte di sovranità statale, che Paesi come la Francia, non sembrano appunto ancora disposti ad accettare. La nuova era di turbolenza geopolitica che si sta aprendo tocca quindi molto da vicino l’Europa, il cui adattamento al mutato scenario dipenderà dalla sua capacità di tramutare i nuovi rischi in opportunità, a partire dalla capacità di fare nuovi investimenti nella sicurezza e nella logistica a livello comunitario.

TECNOLOGIA: Il rapido progresso della tecnologia dell’intelligenza artificiale (A.I.) ha scatenato un dibattito tra gli investitori in merito al suo potenziale di portare prosperità o di porre minacce significative. Dopo l’arrivo di ChatGPT di OpenAI, e l’ingresso di Microsoft nel suo capitale, anche altre Big Tech hanno sviluppato la propria applicazione di A.I.  Google, ad esempio, ha integrato attivamente soluzioni di intelligenza artificiale nelle sue operazioni per ottimizzare i processi aziendali. Ad esempio, le acquisizioni da parte di Google di Mandiant (5,4 miliardi di dollari) per rafforzare la risposta agli attacchi informatici e di Looker (2,6 miliardi di dollari) per migliorare l’analisi aziendale all’interno della gamma di prodotti Google Cloud, evidenziano gli investimenti strategici nell’innovazione guidata dall’intelligenza artificiale. La crescente domanda di funzionalità di apprendimento automatico (machine learning) ed A.I. ha portato ad un mercato in crescita esponenziale dei chip di intelligenza artificiale specializzati. Aziende come Nvidia e Dell sono posizionate per capitalizzare questa tendenza: gli analisti di settore prevedono una crescita sostanziale dei ricavi nel segmento dell’A.I. per data center. Il potenziale di Nvidia di generare 75-90 miliardi di dollari di entrate dall’A.I. entro il 2024 evidenzia le opportunità di crescita. Lo stanziamento di 1 miliardo di dollari da parte di Bessemer Venture Partners per le startup legate all’A.I. sottolinea il potenziale di sviluppo nel settore. Inoltre, la collaborazione di Softbank, Microsoft, Apple e Foxconn sul secondo Vision Fund, per un totale di 108 miliardi di dollari, presenta prospettive di investimento interessanti per coloro che cercano di capitalizzare la continua evoluzione della tecnologia. Si prevede che l’A.I. guiderà una crescita economica sostanziale e miglioramenti della produttività a livello globale. I progressi nell’elaborazione del linguaggio naturale e in altre tecnologie di intelligenza artificiale hanno il potenziale per aumentare il PIL globale del 7% in un decennio, traducendosi in quasi 7 trilioni di dollari di valore economico. Questa crescita prevista offre interessanti opportunità d’investimento per gli investitori lungimiranti ponendo nel contempo però alcuni warning sulle valutazioni raggiunte dai prezzi di alcune società, come la stessa Nvidia.  Nonostante il suo potenziale di prosperità economica, l’adozione dell’A.I. solleva inoltre anche preoccupazioni per lo spostamento del lavoro e le implicazioni sociali. McKinsey stima che fino al 30% delle ore lavorate nell’economia statunitense potrebbe essere automatizzato entro il 2030, sottolineando la necessità di misure proattive ad affrontare le transizioni della forza lavoro. Inoltre, le considerazioni etiche relative ai pregiudizi e alla discriminazione dell’A.I. richiedono un’attenzione particolare non solo degli investitori, bensì anche delle istituzioni.

SINTESI di SCENARIO: Il rally dei mercati finanziari sta coinvolgendo non solo il segmento dell’A.I. bensì anche interi indici equities, come quello tedesco e giapponese, che hanno toccato nuovi massimi assoluti, malgrado la loro economia sia in recessione. Questo scollamento dai fondamentali può perdurare (John M. Keynes asseriva che “I mercati possono rimanere irrazionali più a lungo di quanto un investitore possa restare liquido”), ma l’investitore saggio non può dimenticare che, nella Storia, all’eccesso di euforia – spesso immotivata – sono seguiti forti ridimensionamenti delle valutazioni. Ciò potrebbe accadere anche stavolta, alla luce delle crescenti tensioni geopolitiche, che i mercati finanziari hanno finora ignorato.

05/03/2024

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